DESCRIZIONE
Il progetto di rigenerazione Borgo del Gusto intende mettere in connessione il capitale umano, le risorse del territorio e i patrimoni materiali e immateriali per rigenerare il borgo e creare opportunità per la comunità locale, puntando alla valorizzazione delle eccellenze locali e alla salvaguardia dell’agricoltura come reinvenzione imprenditoriale. L’obiettivo del progetto è trasformare lo spazio, edificio inaugurato nel 2016 e attualmente non aperto al pubblico e privo di una gestione di fruizione, in un laboratorio permanente di ricerca, formazione, comunicazione, educazione sensoriale e alimentare, una casa con una precisa mission culturale e didattica e con una funzione di forte impulso economico per l’esperienza enogastronomica e per il per commercio dei prodotti tipici. Un info point per informare e accogliere i visitatori, uno spazio GustoShop a disposizione dei produttori e delle imprese per la promozione e la vendita delle eccellenze, uno spazio per esperienze di gusto, un laboratorio per bambini, un “Museo narrante” multimediale della storia e delle tradizioni, un’aula di formazione e una biblioteca su storia, tradizioni e patrimonio culturale, uno spazio co-working e un orto sperimentale. Casa del Gusto, di proprietà della comunità montana Monti Lattari e concessa in comodato d’uso gratuito al Comune di Tramonti per la realizzazione del progetto fino al 2030 sarà l’hub culturale che farà da traino alla riqualificazione del borgo e al rilancio dell’economia locale valorizzando le risorse e la cultura del territorio, anche attraverso la creazione di itinerari turistico-culturali integrativi e non concorrenziali con il “drive” costiero. Alla base del progetto un percorso condiviso con partner pubblici e privati, impegnati nella progettazione e realizzazione di alcuni interventi con l’obiettivo di conferire al borgo una connotazione di destinazione autentica, con una spiccata vocazione agroalimentare. In questo percorso condiviso troverà spazio tutto ciò che si muove intorno alle eccellenze e alla sostenibilità: consorzi di tutela, enti territoriali, imprese nazionali e locali, università, scuole e centri di ricerca, piccole produzioni di qualità, cittadini e turisti. Non si tratterà quindi solo di cucina e cibo. Ma di tutela e attualizzazione dei saperi delle comunità, che assieme all’innovazione tecnologica sono necessari per presidiare e gestire il territorio. Saperi legati alla biodiversità che possono servire anche per superare cambiamenti climatici e produrre cibo con un minore impatto sulle risorse non rinnovabili (acqua e suolo soprattutto) e con meno danni per l’ambiente. E tutto questo genererà una nuova economia circolare, una filiera che passa per la gestione dei territori e arriva fino ai consumatori: una comunità di persone, di tanti attori agricoli e artigianali, che potranno alimentare esperienze di turismo sostenibile, che a loro volta serviranno per formare i visitatori verso un consumo più consapevole.